1
Sono sicuro che mai si era vista
una gita di volo con intervista,
e non di quelle su una rete locale,
ma per un importante telegiornale.
Sebbene un diritto sia l’informazione
previsto dalle leggi di ogni nazione,
certi giornalisti non hanno pudore
di montare dei casi per fare clamore
e prendendo la scusa dell’informare,
il volo si compiacciono di sputtanare.
2
Appena arrivato il giornalista
ci svela il tenore dell’intervista,
che scaturisce da un dato palese:
“avete in media dieci morti al mese!”
Questo finalmente ci da spiegazione
di alcuni piloti la mancata iscrizione.
“Siete famosi per la vostra incoscienza,
almeno uno s’accoppi per coerenza,
in modo che la massa dei telespettatori
sappia degli incidenti tra voi volatori.”
3
Subito ciascuno di noi s’attiva
per questa simpatica iniziativa
e con eroica abnegazione
la salute mette a disposizione,
perchè alla fine della bella giornata
la macabra media sia salvaguardata.
4
Giovanni “dracon” fa subito presente
che dell’associazione lui è presidente
e quindi non gli tocca il volo fatale,
un altro al suo posto si deve far male.
“Sono inoltre la reincarnazione
di un celebre asso dell’aviazione.
Pertanto, se proprio io devo morire,
come il Barone Rosso voglio finire.”
E mentre decolla, più che il grande Barone,
sembra aver tracannato un grosso birrone.
5
Per gerarchia, scartato il presidente,
toccherebbe a Beppe il volo imprudente.
“Poiché del club sono il segretario,
non posso offrirmi qual volontario.
Ho delle pratiche da disbrigare,
un altro coglione dovete trovare.”
Questo dicendo in men d’un baleno
mai era stato più alto nel cielo sereno.
6
A questo punto, sempre per gerarchia,
sta a Noemi del cielo prender la via,
non il cielo dove volano i falchetti,
ma quello abitato dagli angioletti.
“Non posso fare questa cruenta cosa,
son quel che resta delle quote rosa
che Eugenio ha fatto tutte scappare
con certi discorsi da non menzionare.”
Subito decolla con fulminea azione,
lasciando ai maschietti la risoluzione.
7 “Come sapete, faccio discorsi lunghi
solo se parliamo di gnocca o di funghi
e se questi ho detto al maschile,
la gnocca di certo è al femminile”,
dice Genio gonfiando il parapendio,
ma sbaglia e rotola lungo il pendio,
travolgendo una che l’abbronzatura
prendeva come la fece madre natura,
ma anche se quella biotta avesse accoppato,
quale incidente di volo non sarebbe contato.
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Ecco Danilo che a ben guardare
sarebbe il più vecchio da sacrificare.
“Ancora sono uno stimato docente
e la mia vita non do via per niente.
Per ben programmare il mio decesso
alla Gelmini devo chieder permesso.”
Questo dicendo si mette a planare,
d’altronde in volo nient’altro sa fare.
9
Mario “Collina” allora esprime il concetto
che al ristorante lo aspetta un banchetto:
“Dovete sapere che un cuoco di rango,
se manca al servizio si copre di fango.
Quando in cucina il lavoro un po’ langue,
ben volentieri verserò il mio sangue.”
Questa giornata resterà assai nota:
per dileguarsi fece i tremila di quota.
10
Magari Giovanni, quello un po’ matto
che fa l’acrobata con un mezzo disfatto,
potrebbe cedere alla tentazione
di farla finita per la televisione.
Invece subito lo perdiamo di vista,
mentre vola in biposto con una turista.
Dal gesto estremo egli ben si trattiene
perché crepare in due non va oggi bene,
se solo un decesso serve ogni tre giorni
ed esatto il conteggio alla fine ritorni.
11
Anche Lorenzo dalla cupe istanza
ha buone ragioni per prender distanza:
“Se torno a casa in una bara di legno,
trovo una moglie che senza ritegno
prima mi resuscita a bastonate,
e poi riaccopparmi a suon di legnate.
Quindi scusate se do disdetta,
non voglio fare il morto in diretta.”
12
Cristiano “catta”, giovane alternativo,
la vita può dare per un giusto motivo.
Purtroppo anche questa valida opzione
si rivela soltanto una bella illusione.
“Non ho paura di affrontare il dramma,
ma ho scordato di avvertire la mamma!”
ed a sfuggire al dovere fu lesto
accampando tale insulso pretesto.
13
Secondo Tobia servirebbe qualcuno
che timore della morte non abbia alcuno
e precipitando si spacchi la testa
per aderire alla gentile richiesta,
basta che quella da mandare al macello
non sia la testa con il suo cervello.
“Non sarò io quel temerario
che al sacrificio va volontario,
oggi sono un poco alle strette ...
mi aspettano a casa verso le sette!”
14
Solo il poeta resta quassù in decollo,
disposto anche a rompersi il collo.
Per me il sacrificio sarà un onore,
ed il mondo lo vedrà nel televisore
insieme a notizie grandi e piccine,
tra le tette ed i culi delle veline.
Però per lasciare questo mondo terreno
della mia vela non posso fare a meno,
ma combinazione oggi volle il fato
che la sacca da casa non ho portato.
Quindi per chiudere tanto insulsa inchiesta,
il cronista giù dal monte scaravento di testa.
Ecco come, senza far tante commedie,
dei decessi in volo ho mantenuto le medie.
Gustavo, skype: gustavo.vitali |