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Ciò nonostante, una folla di piloti, valutata approssimativamente in alcune centinaia di soggetti, sprezzati del clima siberiano e sopravvissuti per puro miracolo durante il viaggio di trasferta, si ammassava in atterraggio per imbarcarsi sulle navette proditoriamente condotte da autisti Indiani (non nel senso di pellerossa). Alcuni apparivano allo stremo delle forze, praticamente congelati, e d’aspetto assolutamente poco rassicurante, cosa quest’ultima, a dirla con franchezza, per loro del tutto normale anche con temperature nella media stagionale. Ma non era certo questo banale frangente di maltempo che poteva porre in difficoltà una solida e collaudata organizzazione come la nostra, famigerata fin dal nome, Gare a Vanvera, e che aveva previsto con lungimiranza ogni emergenza. In breve tutti i piloti sono denudati, spalmati di grasso di balena, sottoposti a clistere antigelo, rivestiti con pelli d’orso, imbarcati sui gatti delle nevi e trasferiti in decollo sul Monte Linzone (1397 m). Disgraziatamente sopravvivranno solo 38 classe Pro e 12 classe Fun. D’altronde è la selezione naturale che può garantire il miglioramento della specie. Saggiamente e con giustificata prudenza il direttore di gara Luciano Pagnoni autorizza i decolli solo dopo il terzo scroscio di grandine, verso le ore 12,20, con start alle 13 e finestra (non nel senso edile del termine) chiusa alle 14, orari approssimativi in quanto anche gli orologi avevano smesso di funzionare. Tuttavia un osservatore attento ed obiettivo come lo scrivente non può che sottolineare l’inopinata scelta del percorso di ben 37 km per la classe Pro e poco meno per la Fun, contrassegnato da boe (non nel senso nautico) poste con allarmante sequenza in Roncola, al Monte Tesoro, atterraggio Palazzago, decollo Valcava, Bruntino e Piacca prima di raggiungere la meta. Nell’infuriare della bufera, l’individuazione delle boe può avvenire solo grazie alla mappa predisposta da Piego dell’Orobica Volo Libero, essendo praticamente a zero la visibilità e congelati i GPS. In atterraggio il responsabile dei punteggi Silvestro Biondi, più che le tracce, può giusto refertare i decessi, opportunamente coadiuvato dalla segretaria Barbara Sonzogni in avanzato stato di ibernazione. Colpo di scena finale, sempre grazie all’effervescente genialità di Gare a Vanvera: con rapido spostamento su futuristico aereo supersonico, da non confondere con la navetta molto, ma molto subsonica che ci hanno prestato i cugini dell’Orobica Volo Libero per i recuperi, l’intero circo del CILP viene in pochi minuti trasferito sulla favolosa spiaggia tropicale di Ipanema, in Brasile, dove vengono premiati i vincitori della gara, come dimostrano inequivocabilmente le foto a lato che li ritrae in abbigliamento ben diverso da quello polare che dovrebbero vestire. A bocca asciutta (non nel senso di orifizio per il cibo) i piloti di casa. Anzi, praticamente assenti. Beh! E mica siamo scemi ad andare a volare con un tempo del genere! Gustavo |
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