storia deltaplano |
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Deltaplano: storia, cos'è e come funziona II deltaplano è considerato specialità del volo libero senza motore e prende il nome dalla sua forma a delta. La nascita va ricollegata al "libratore" del tedesco Otto Lilienthal (1881) e agli studi dell'ingegnere italo-americano Francis Melwin Rogallo, inventore negli anni '50 di un'ala flessibile biconica autostabile, detta appunto "ala Rogallo". Questa fu dapprima finalizzata alla realizzazione di un paracadute per l'atterraggio morbido di veicoli spaziali (Gemini e Apollo). S'impose poi all'attenzione degli specialisti che sperimentavano il volo a vela e si può considerare la progenitrice delle attuali vele delta. La pratica del deltaplano in Italia si deve ad Alfio Caronti che conobbe Bill Moyes a Coopenaghen nel 1969 durante i Campionati del Mondo di sci nautico. Bill si esibiva al traino di un motoscafo. Saliva a oltre 200 mt, sganciava la fune di traino e planava in acqua. Una cosa incredibile per quei tempi! Durante un atterraggio si ruppe un braccio. Alfio convinse Bill a vendergli per 430 mila lire il suo aquilone che tanto non avrebbe potuto usare fino alla guarigione. Franco Carraro, allora presidente della Federazione Sci Nautico della quale Alfio era il preparatore atletico, aiutò a raccogliere la cifra. Tornato in Italia, Alfio si allenò con il fratello e il 4 novembre 1971, si lasciò scivolare dai pendii del Monte Murelli sopra Moltrasio, per planare dopo un volo di circa 10 minuti sulle acque del lago di Como. Ai piedi calzava gli sci d'acqua. Il Volo Libero era arrivato in Europa. Aumenta il numero degli appassionati, si costituiscono le prime associazioni e subito dopo la Federazione Italiana di Volo Libero (FIVL) nel 1976. In breve, dai primi esperimenti dei pionieri, il volo si trasforma in disciplina sportiva, raggiunge dimensioni inattese e un valore di riferimento unico per il nostro paese, grazie anche alla pratica del volo in parapendio che successivamente si aggiunge a quella del deltaplano. Contemporaneamente la FIVL si dota delle strutture idonee a fornire assistenza e organizzazione ai club e alle scuole di deltaplano e parapendio che si diffondono rapidamente in tutta Italia: interviene nel delicato compito della sicurezza, funge da ente omologatore degli apparecchi, stabilisce i criteri di selezione degli istruttori e formazione degli allievi e altro ancora. Con la legge del 25 marzo 1985, n 106, concernente la disciplina del volo da diporto o sportivo, il volo libero viene ufficialmente inquadrato dalle leggi italiane come quinta specialità dell'Aero Club d'Italia. |
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Disegni del libratore |
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Il deltaplano Hirondelle |
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Dall'alto: vecchi modelli di deltaplano mono e biposto |
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La struttura del deltaplano pesa dai 30 ai 45 kg a seconda del modello. E' costituita da un'ala semi rigida a forma di delta greco con una struttura portante formata da quattro tubi in lega di alluminio che tendono una velatura di 12-16 mq in tessuto sintetico di dacron e mylar. Una serie di "stecche" garantiscono la tenuta del profilo alare. Il pilota, imbragato sotto l'ala e disposto in posizione orizzontale prona, controlla il mezzo mediante un trapezio e in base allo spostamento del peso del corpo in un continuo gioco di equilibrio. Dispone di un paracadute d'emergenza, casco, variometro, bussola, radio e GPS. Le prestazioni sono particolarmente entusiasmanti: mediamente la velocità è intorno ai 70 km/h, ma nei modelli più avanzati si toccano i 120 km/h. L'efficienza, cioé il rapporto esistente tra la distanza percorsa e la differenza fra la quota di partenza e quella di arrivo, tocca nei modelli più recenti il valore di 20, vale a dire che per ogni metro di quota persa di avanza di 20. Si percorrono quindi ampie distanze, tanto che attualmente il record mondiale è di 700 km.
disegni: struttura vecchio deltaplano ala flessibile; imbraghi pilota nel corso degli anni contatti per corsi di volo in parapendio o prenotare un volo in biposto con istruttore: |